Il Real Madrid ed il Barcellona sono finite nel mirino della Commissione Europea che ha aperto un’indagine per capire perché attualmente paghino meno tasse rispetto a tutte le altre società calcistiche europee, ma anche di qualsiasi altra tipologia di società spagnola. Non si tratta di una polemica ‘nuova’, visto che da anni i due club godono di privilegi studiati ‘ad hoc’ dal parlamento spagnolo per quanto riguarda il costo del lavoro, che gli consentono di avere una tassazione molto bassa sugli stipendi milionari dei loro calciatori, condizione che gli consente di battere piuttosto facilmente la concorrenza straniera.

Al momento però la Commissione Europea non sta valutando la legittimità della tassazione del costo del lavoro per i calciatori, che comunque favorisce tutte le squadre spagnole, ed è diventata un’ossessione per Adriano Galliani da diversi anni. Il nodo della questione riguarda invece la percentuale di tasse che i due club pagano al fisco spagnolo sul reddito, appena il 25% contro un minimo previsto del 35%. Si tratta di un privilegio che risale al 1990, quando le società sportive furono costretto a diventare delle SRL, tutte ad eccezione di Barcellona, Real Madrid, Athletic Bilbao ed Osasuna che sono società calcistiche ad azionariato popolare.

A questi quattro club fu consentito di conservare la condizione di società no-profit e la norma non è stata più modificata, neanche quando il mercato dei diritti televisivi ha iniziato a far piovere milioni di euro sul mondo del calcio. Proprio grazie a questa facilitazione fiscale il Real Madrid ed il Barcellona possono permettersi spese enormi per il calciomercato, nonostante il momento molto delicato per l’economica spagnola, in barba alla concorrenza estera che invece versa al fisco cifre vicine, ed in alcuni casi anche superiori, al 50% del fatturato.

Una condizione sicuramente ingiusta per tutti gli altri contribuenti spagnoli, soprattutto perché gli interessi di Real Madrid e Barcellona negli anni si sono enormemente ampliati grazie al lavoro dei vari presidenti, Florentino Perez in testa, che hanno allargato gli interessi dei club facendo gli investimenti più disparati, compresa una forte speculazione immobiliare che ha consentito poi alle due società di ottenere ingenti finanziamenti dalle banche per acquistare i vari campioni che hanno vestito, e vestono anche attualmente, le maglie di Real e Barcellona.

Secondo l’Independent che ha scritto di questa indagine in esclusiva, entro un anno la Commissione Europea prenderà una decisione in merito, ma molto difficilmente queste società, che hanno fatturati di circa 500 milioni di euro, potranno ancora essere considerate “senza scopo di lucro”.

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ultimo aggiornamento: 07-08-2013


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